Tutte le sigle sindacali del Comparto Difesa stanno chiedendo in ogni incontro con il Dipartimento della Funzione Pubblica che la totalità delle risorse del contratto siano destinate agli assegni fissi e continuativi. La posizione dei sindacati si basa evidentemente sul fatto che già le risorse totali sono molto lontane dal compensare l’inflazione: l’aumento in relazione all’anno 2022 e 2023 viene sostanzialmente assorbito dalla ridottissima vacanza contrattuale già percepita dal personale, 0.20% per l’anno 2022 e 0,30% per l’anno 2023).
Le risorse, se impiegate tutte per l’aumento degli assegni fondamentali (parametro e assegno pensionabile), permetterebbero un aumento lordo del 5.89 % per il 2024 e 2025, e 5.93% per il 2026. Tali valori sono evidentemente lontani dagli aumenti del costo della vita relativo al triennio 2022/2024 che ha superato oltre il 17%.
Già dal primo incontro con i sindacati militari, il Ministro per la Pubblica Amministrazione aveva annunciato che sarebbe stato impossibile corrispondere l’intera inflazione, dato il costo insostenibile per lo Stato, e da questo punto di vista non possiamo che comprendere le difficoltà dell’erario e l’odierno contesto socio economico.
Alla luce delle difficoltà dello Stato, questa sigla sindacale, unitamente alla totalità delle altre del comparto difesa, ha responsabilmente compreso i limiti dell’odierna negoziazione.
E’ per queste ragioni che abbiamo dal primo incontro insistito affinché tutte le risorse del contratto siano corrisposte negli assegni fissi e continuativi, in modo che vi sia un’equa distribuzione delle risorse tra tutto il personale.
Non possiamo ignorare la drammaticità delle condizioni economiche dei militari che rappresentiamo e delle rispettive famiglie, basti pensare all’impennata dei costi energetici (peraltro non compresi nella vacanza contrattuale) e dei mercati collegati, ma anche dei beni di prima necessità e, in generale, dei costi quotidianamente affrontati per il sostegno delle famiglie.
Riteniamo, quindi, che questo sia il momento di mettere da parte i personalismi e gli interessi di parte e di limitare i privilegi che hanno caratterizzato e avvantaggiato per decenni determinate categorie di personale, quindi, di equidistribuire le risorse massimizzando l’aumento contrattuale che dovrà derivare dal prossimo contratto utilizzandole interamente per gli assegni fondamentali.
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