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Cassa di Previdenza: Governo e Stati Maggiori colpiscono, la Rappresentanza Militare affonda

Scritto da USAMI Stampa il . Pubblicato in Notizie.
Cassa previdenziale

Numerosi iscritti ci hanno contattato perché nel cedolino di aprile hanno visto, in luogo dell’auspicato aumento di cui tanti parlavano, la propria busta paga addirittura diminuire. Trattasi degli effetti dell’aumento del prelievo riferito alla Cassa di Previdenza.

Il tutto è avvenuto nell’assoluto silenzio, senza la minima discussione o convocazione delle parti sociali che hanno la precisa competenza a trattare la materia. 

Ebbene, da gennaio 2023 il prelievo mensile per quasi tutto il personale è aumentato dal 2% al 3%. 

Sappiamo che vi è stato un confronto con i Co.Ce.R., ma a che titolo questi soggetti continuano ad esprimersi a nome del personale (strana dimostrazione di legittimazione democratica la nostra, dove neanche l’espressione di 5 anni fa della Corte Costituzionale conta più)? Stiamo parlando peraltro di modifiche che puntualmente puntano a ribassare gli stipendi dei militari, con la strana coincidenza che il passaggio silenzioso di tale disposizione è corrisposta temporalmente alla ennesima proroga offerta alla Rappresentanza Militare, la stessa che non abbiamo sentito obiettare neanche in presenza di quella clausola spuntata fuori in Legge di Bilancio 2023 circa la possibilità di ritardare fino a 24 mesi l’erogazione dell’assegno, cosa che fino ad oggi avviene di norma entro pochi mesi.  

USAMI-Aeronautica, purtroppo, a causa dei ritardi illegittimamente accumulati dovuti all’inerzia delle amministrazioni competenti nell’inserimento nell’albo, non è stata in grado di intervenire su tale ennesimo “prelievo” perpetrato a danno dei militari che non corrisponderà neanche, una volta andati in pensione, ad un organico ed equo aumento dell’assegno tra gli stessi Ruoli delle diverse FF.AA.

In passato la Cassa Sottufficiali dell’Aeronautica, della Marina e il Fondo di Previdenza dei Sottufficiali dell’Esercito e dell'Arma dei Carabinieri hanno sempre goduto di buona salute, essendo in sofferenze solo quelle degli Ufficiali. Al fine di alleggerirne la gestione e produrre risparmi, con il provvedimento del 4 dicembre 2009 le Casse Militari sono state accorpate dando vita alla "Cassa di Previdenza delle Forze Armate" ma il fondo è andato sempre più in perdita fino a giungere quasi al default. Per tale motivo, tra le varie proposte messe in campo per scongiurare tale fallimento, la scelta effettuata è stata quella, tra le altre, di aumentare la percentuale del prelievo, nonostante a fine carriera non solo non se ne conteranno i benefici ma addirittura si assisterà ad un differente assegno tra gli stessi Ruoli delle diverse FF.AA. Ad esempio, un Sottufficiale della Marina e dell’Esercito percepirà dal 1 gennaio 2023, a fronte dello stesso contributo versato, una rivalutazione dello 0,5% in più rispetto al collega Sottufficiale dell’Aeronautica. Qual è la ratio di questa disuguaglianza?

Ora il messaggio che USAMI-Aeronautica vuol dare è chiaro. Noi non siamo il Co.Ce.R., non siamo interessati alla forfettaria né riceveremo alcun guadagno per rappresentare i nostri iscritti. Ci rivolgiamo ad essi solo per spirito di responsabilità e per dare conto delle nostre azioni, delle nostre proposte e delle soluzioni prospettate, ossia prodigarsi in tutto ciò che la legge 46/2022, seppur con le sue assurde limitazioni, concede, utilizzando ogni legittimo strumento per manifestare lo sdegno e il malcontento nei confronti di chiunque, vertici e legislatore compresi. Basta considerare sistematicamente la nostra categoria, in particolare quella dei sottoposti, come un pollo da spennare all’occorrenza, sia nel togliere che nel “non dare”.

Il tempo della Rappresentanza Militare è terminato sin dal 2018, e abbiamo dovuto attendere la pronuncia della Corte Costituzionale per sancirlo. Che si faccia da parte e dia libera applicazione a ciò che il legislatore ed il personale stesso invocano. E’ chiaro a tutti che mantenere operativa questa moribonda entità coinvolge gli interessi di qualcuno e ciò continua a compromettere irrimediabilmente le condizioni di vita dei militari, che meritano ben altro. Sono trascorsi oltre 40 anni dalla nascita di questo deleterio strumento rappresentativo. Decenni di battaglie, sacrifici, sconfitte, nessun regalo, nessuno sconto, ma che hanno finalmente portato al riconoscimento di quel principio democratico che vede il diritto di potersi associare in categorie professionali, esterne, competenti e autonome, distinte e distanti dalle Rappresentanze Militari gestite e mantenute invece dalla stessa amministrazione definita per antonomasia “controparte”. 

E’ da troppo tempo che attendiamo un gesto spontaneo, un sussulto di orgoglio, di dignità… Mollate la presa, non legittimate sempre più l’unanime sospetto che si vuole rimanere in vita solo per interessi propri. E’ il vostro personale che ve lo chiede ed è la storia che ve lo impone.

 

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