Il 18 aprile scorso è stato pubblicato il DPR 24 marzo 2025 nr. 52, e la pubblicazione, ovviamente, è stata accolta con ovazione dalle sigle sindacali firmatarie, le quali continuano, imperterrite, a presentarlo come il miglior risultato ottenibile.
Un danno economico irrecuperabile!
Analizzando il costo beneficio dell’applicazione di questo accordo emerge un primo dato oggettivo ed incontrovertibile, e nonostante quelle che altro non sono chiacchiere da bar, questo contratto non ha prodotto il beneficio sperato e tanto atteso dai Militari italiani, ossia riequilibrare il reddito delle famiglie al costo dell’inflazione. All’opposto ha stabilizzato un impoverimento delle centinaia di migliaia di militari coinvolti e conseguentemente delle loro famiglie, stimata in una perdita di potere d’acquisto mediamente di 300 euro mensili riferita al triennio di 2022-24.
Le nuove Indennità.
Questo contratto ha introdotto 19 nuove indennità, di cui 2 fondamentali e 17 supplementari.
In primo luogo, le nuove indennità sono destinate esclusivamente a coprire specifiche funzioni svolte da una parte ristretta di personale, disperdendo i 16 milioni di euro resi disponibili in micro-benefici economici. Non solo, perseguendo la strada dei particolarismi, oltre ad alimentare la frammentazione della Forza Armata, processo pericolosissimo in un contesto lavorativo che necessita dello spirito di corpo come elemento indispensabile al funzionamento dello strumento militare, si è generata una marcata disparità tra le tre Forze Armate.
Come evidenziato nella Figura 1, infatti, la distribuzione è fortemente sbilanciata a SFAVORE dell’Aeronautica Militare:
● Esercito Italiano: 15 indennità (di cui 7 specifiche);
● Marina Militare: 13 indennità (di cui 4 specifiche);
● Aeronautica Militare: solamente 9 indennità (di cui nessuna specifica).
Evidenziamo, doverosamente, che le indennità previste per l’AM, non essendo specifiche e quindi esclusive, le relative risorse economiche sono puntualmente condivise con l’Esercito e la Marina, mentre per le indennità specifiche previste solamente per le altre due Forze Armate, le relative risorse sono focalizzate sul personale di quella singola Forza Armata. Questo meccanismo, la cui responsabilità ricade sui sindacati firmatari dell’Aeronautica Militare, genera una ingiusta penalizzazione economica proprio per i militari in azzurro. Tutto questo a ulteriore conferma di un’impostazione contrattuale tutt’altro che equa e coerente con i principi di valorizzazione di tutto il personale militare.
La conseguenza finanziaria, rappresentata nel grafico sottostante (Figura 2), infatti è la seguente:
● Esercito: al 55,61% del personale contrattualizzato è destinato il 78,95% delle risorse;
● Marina: al 17,69% del personale contrattualizzato è destinato il 68,43% delle risorse;
● Aeronautica: al 26,70% del personale contrattualizzato è destinato il 47,37% delle risorse.
Sia chiaro non è una questione di competizione tra le tre Forze Armate. Il nostro intento è di illustrare, agli iscritti e no, quali sono i reali benefici per il personale e quali invece sono i vantaggi per l’Amministrazione Difesa.
In aggiunta, va spiegato ai destinatari di tali indennità che nel maggior parte dei casi l’importo previsto è comunque insufficiente a coprire i rischi e le responsabilità e, anzitutto, ha natura accessoria. Ne consegue che le indennità in argomento:
● non concorrono alla formazione della pensione, risultando quindi un danno ai fini pensionistici;
● sono percepite solo se si svolgono determinate funzioni in specifici ambiti ovvero reparti, possedendo le previste abilitazioni.
Questo sistema, che avrebbe dovuto essere premiante per i militari, all’opposto realizza un vantaggio unicamente per l’AD, la quale garantisce l’efficienza dei Reparti strategici e talune professionalità indispensabili allo strumento militare, attingendo a risorse contrattuali che sarebbero dovute servire, all'opposto, a valorizzare l’intero comparto. In aggiunta il militare che cambia reparto, mansione o perde l’abilitazione, non percepirà più quella indennità con l’ovvia conseguenza di una perdita economica.
Tra i vari motivi per cui USAMi Aeronautica non ha firmato questo contratto, oltre alla attività negoziale totalmente negata da SMD, va aggiunto il sistema appena descritto che lo ripetiamo: sottrare risorse economiche destinate agli aumenti contrattuali per raggiungere l’operatività delle Forze Armate!
USAMI Aeronautica al tavolo negoziale ha avanzato moltissime proposte di buon senso, tutte documentate online, studiate per conseguire il miglior risultato possibile per il personale. A scanso di equivoci le proposte di USAMi Aeronautica, condivise fino ad una settimana prima della firma del contratto dalla maggioranza dei sindacati militari, erano tutte sostenibili dal punto di vista normativo e finanziario e anzitutto a costo zero per i contribuenti italiani. Un abile lavoro di SMD ha sortito l’effetto di una totale resa incondizionata da parte di quei sindacati firmatari che facevano parte a livello Forza Armata della Federazione Sindacati Aeronautica Militare e a livello interforze dell’Unione Sindacale.
Tra le proposte di USAMi Aeronautica, condivise per l’appunto con i suddetti sindacati, l’incrementando economico del FESI. Difatti, deviando il fiume di soldi che ogni anno è destinato ai Compensi Forfettari, possibilità tra l’altro normativamente già prevista in sede negoziale, si sarebbe ottenuta una “super quattordicesima”. Altro che l’attuale elemosina del FESI 2024!
Non solo, sempre a titolo di esempio riportiamo un’altra proposta democratica e universale, avanzata dal nostro Sindacato e condivisa fino a pochi giorni dalla firma dell’accordo dalla maggioranza dei sindacati dell’Aeronautica Militare, i cui effetti sarebbero stati destinati a tutti i militari, indipendentemente dal ruolo, incarico, grado, specializzazioni possedute, ente di appartenenza e uniforme indossata: la valorizzazione dell’anzianità con un intervento mirato all’aumento dell’assegno funzionale, un compenso che a differenza delle indennità accessorie, incrementa stabilmente lo stipendio, il TFS e la pensione. In pratica, la strategia di USAMi Aeronautica era fondata sul dovuto riconoscimento economico, per il presente e per il futuro, per tutti i militari coinvolti nel rinnovo contrattuale.
È doveroso un invito a tutto il Personale Militare: studiare con attenzione il contratto 2022-24, andando oltre i proclami e focalizzando l’attenzione sugli effetti presenti, futuri e la vulnerabilità di indennità economiche che possono essere perse in qualsiasi momento. Non si può basare la propria vita e quella della propria famiglia su un sistema economico simile. È necessario, invece, puntare sulle voci stipendiali fisse e continuative, perché nessun trasferimento o perdita di abilitazione ovvero incarico potrà mai toglierle, ad unica vera garanzia del futuro economico e previdenziale dei militari e delle loro famiglie.
USAMi per conoscere come stanno realmente le cose.
Proteggiamo i diritti di chi difende la Patria
USAMI Aeronautica – Il tuo Sindacato Militare
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